Marco Carniti nato a Milano , ha un percorso di studio che, partendo dalla danza, passa attraverso la recitazione, per approdare infine alla regia teatrale, lirica e cinematografica. Nel corso della sua carriera studia in Italia e negli Stati Uniti alla UCLA poi con Grotowski e Bob Wilson. Recita per Fellini e si forma teatralmente lavorando per lungo tempo al Piccolo Teatro come aiuto regista, al fianco di Giorgio Strehler, per importanti produzioni come “Opera da tre soldi, “ Elvira o la passione teatrale”, ”Come tu mi vuoi”, ”Arlecchino servitore di due padroni”, ”Faust I” e ”Faust II”, ”Falstaff” e ”Don Giovanni”. Successivamente collabora nel migliori teatri europei e extra europei con alcuni tra i più prestigiosi registi come Bob Wilson, Lluis Pasqual, Giancarlo del Monaco, Maurizio Scaparro, Elijah Mosinsky, Pet Halmen e Gilbert Deflo.
Ha formato e diretto una compagnia di giovani attori come Responsabile artistico del "Progetto giovani" al Teatro Eliseo di Roma.
Dirige la sua prima opera cinematografica "Sleeping Around" e vince 6 premi il Festival Internazionale di Cinema di Ibiza 2008 tra cui miglior film e miglior regista.
Da anni vive e collabora artisticamente con la Spagna e si alterna tra teatro, opera lirica e cinema.
Oltre ai testi classici come ”Riccardo III” “Bisbetica domata” e “ Pene d'amor perdute” di Shakespeare, “Sappho” di Grillparzer, “Don Chisciotte” di Cervantes, propone autori contemporanei di forte urgenza e impatto sociale come la guerra in Irak e torture in Abu Graib con “Palacio del fin” di J.Thompson al Piccolo Teatro di Milano, la lapidazione delle donne in Africa e bambini soldati con “Lapidando Maria” di D.Turker Green a Madrid, l'autismo in “Spoonface” di Lee Hall, l'Afganistan di “Homebody/Kabul” di Tony Kushner , il malessere contemporaneo con “Psychosis 4.48” di Sarah Kane e “Sleeping Around” di Mark Ravenhill , la guerra in Cecenia di “Chaos debout” di V.Olmi, il razzismo “Dutchman” di Lee Roy Jones.
Rileggere le opere liriche con uno sguardo al contemporaneo: come “Barbiere di Siviglia” di Paisiello in una beauty farm contemporanea oltre al “Barbiere di Siviglia” di Rossini in versione gay , il "Rigoletto" di Verdi sul tema del "bullismo" a Spoleto e un importante riconoscimento di critica e pubblico al Teatro Real di Madrid e al Festival Mozart a La Coruna con la "Clemenza di Tito" di Mozart con Kasarova/Pendatchanska, “Werther” di Massenet al Teatro Regio di Parma a “Schauspieldirecktor” di Mozart e “Cantarina” di Haydn all'Opera di Losanna el Festival internazionale di Tenerifee e al Teatro Ariaga Di Bilbao , “Il telefono” di G. Menotti e “Il giudizio di Paride” di M.Panni a Nizza e “Romeo e Giulietta” di Gounod
Oltre a preparare il suo secondo lungometraggio sulle torture agli omosessuali nei paesi di regime totalitario in co-produzione con la Spagna.